Todi, riformismo laico e cattolico

mcarmagnola 28 agosto 2012 0

C’è stata Todi 1.

Ci sarà Todi 2.

Fortemente voluta dal Mcl e, soprattutto, dal suo Presidente, Carlo Costalli.

Il quale, oltre a sostenere tenacemente che, primo, il Paese è in difficoltà per l’inadeguatezza della sua classe dirigente politica e, secondo, le organizzazioni produttive, sindacali, assistenziali e professionali ispirate al cristianesimo  hanno le caratteristiche idonee ad di offrire una prospettiva non solo per i loro rappresentati, ma per tutti gli italiani, delusi e preoccupati al tempo stesso.

Tutto ciò rischia di non bastare se non si chiariscono altri due passaggi, consequenziali e fondamentali.

Innanzitutto non ci si può limitare a proporre un’opzione chiusa e confessionale.

Le linee fondamentali di Todi e del Forum rappresentano un disegno riformista.

Circondato dal populismo di un fronte e dal velleitarismo massimalista dell’altro, un grande spazio riformista, laico e cattolico, deve sentirsi impegnato a risolvere le questioni, gravi e pesanti, che fanno capolino al capezzale della crisi italiana, imponendo il metodo del dialogo, delle soluzioni sostenibili e del rigore metodologico.

Come ulteriore conseguenza, farà breccia un forte richiamo ai contenuti.

Basta con le incomprensibili ubriacature ideologiche nella stagione del loro auspicato superamento!

Occorre rimettere al centro del dibattito e delle scelte i problemi veri, autentici, quelli del vivere quotidiano.

Politiche concrete per il lavoro, frutto del combinato formazione, flessibilità e tutele, capacità di attrazione delle risorse offerte dal capitale multinazionale investito nelle manifatture, rigore finanziario, adeguamento infrastruttrale, competitività di distretto, sostegno alla famiglia sono alcuni dei temi per l’agenda di un futuro che ha, purtroppo, già il sapore di un passato compromesso.

Sopra questa agenda i riformisti laici e cattolici scrivono tutti i giorni qualcosa, nella tutela responsabile a favore di chi lavora, nei servizi alle persone, nelle articolazioni delle loro organizzazioni.

Non disperdere questo patrimonio soffocati dalle logiche di schieramento, segnando un ulteriore scatto sul terreno delle proposte concrete sono le condizioni per giungere all’auspicato approdo.

Forum, movimento, partito?

Lo dirà il tempo.

Per il Paese?

Sì, da subito, con determnazione e spirito di servizio.

 

 

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