Torino Capitale della Cultura nel 2019?

mcarmagnola 1 febbraio 2012 0

9 maggio Festa dell’Europa.

Peccato.

Una ricorrenza che meriterebbe ben altro respiro.

Invece, neanche una bandiera blu stellata in più, nemmeno un concertino aperto dall’Inno alla gioia, nessuna iniziativa enogastronomica all’insegna degli scambi e della reciproca conoscenza.

Tra i pochi a ricordare con costanza e rigore questa ricorrenza è Riccardo Lala.

Quest’anno l’appuntamento si è tenuto all’interno della cornice aulica del Circolo dei Lettori, a Torino, dove, per un’intera giornata, si sono alternati illustri studiosi, politici di spicco, rappresentanti del mondo associazionistico e culturale, coniugando l’attenzione per la questione continentale con l’iniziativa per Torino Capitale Europea della Cultura nel 2019.

Lo incontro a margine della Festa, dopo aver portato un breve contributo a sostegno di questa iniziativa.

“Di fronte alla balbuzie dell’Unione Europea, come si può non rimanere scettici per una comunità ben distante dalle speranze e dalle aspettative dei suoi cittadini?”

“Un conto è l’idea di Europa, un’altra sono le modalità di realizzazione e di gestione delle sue istituzioni. Per questo penso sia fondamentale raccordare l’Europa innanzitutto con la sua cultura per darle un’anima, un’identità. Non basta la gestione dell’economia, con ricette tecnocratiche, per dare slancio ad un continente.”

“E’ la critica mossa in questi mesi alla locomotiva tedesca ed al suo Cancellire Angela Merkel. Ma la Germania non è la patria di quell’economia sociale di mercato, di quel modello renano che dovrebbe mitigare le asprezze del capitalismo neo-liberista?”

“I tedeschi non hanno dato spazio ad un’economia creditizia, ma hanno privilegiato un’economia fondata su basi reali. Per questo difendono col rigore il loro sistema, rifiutandone il surriscaldamento.”

“Se la cultura rappresena la condizione per dare un’anima all’Europa, esiste una cultura europea percepibile, immediata, riconoscibile?”

“No, purtroppo non abbiamo qualcosa paragonabile al mainstream americano, ma anche indiano: una cultura popolare ed egemone al tempo stesso. Quella europea è una cultura alta, critica, destinata a parlare a pochi. Tutavia gode di alti riconoscimenti e si fonda su presupposti solidi. Bisogna calarla dentro una più diffusa sensibilità.”

“Persegue un rapporto con l’innovazione tecnologica, ritagliandosi dei punti di eccellenza a livello planetario?”

“Sì, ma con poca attenzione e scarsa consapevolezza, in un quadro di complessiva restrizione dei punti di forza. Tuttavia informatica, robotica e bioingegneria parlano anche europeo. Inoltre, la sensibilità del Vecchio Continente in merito, per esempio, agli effetti dannosi delle innovazioni potrebbe trovare un riferimento autorevole nell’interesse di tutta la comunità umana. Magari in occasione del Dubai Round sulle regole internazionali da dare alla rete.”

“In questo quadro, nel 2019 toccherà all’Italia, ed alla Bulgaria, esprimere due capitali europee della cultura. Con il concorso di segmenti importanti di mondo culturale cittadino sei stato tra quanti richiedono alle istituzioni torinesi di concorrere. Perchè?”

“Tutti riconoscono alla cultura un ruolo importante e, quindi, molte città di un Paese ricco di suggestioni culturali se ne interessano e si propongono. Torino, città a forte vocazione internazionale, ne ha i titoli.”

“Manca un anno alla formalizzazione delle richieste. Non siamo un po’ in ritardo?”

“Ogni città ha il suo approccio e gioca con la sua tattica. Torino pensa di uscire il più tardi possibile. E’ una scelta.”

“Quanto peseranno i noti problemi di bilancio?”

“La media degli stanziamenti per la sola presentazione della candidatura è mediamente di un milione di euro, una cifra ragguardevole. Tuttavia, a Torino, fino ad ora, sono state le associazioni attive nella sensibilizzazione all’iniziativa a farsi carico di buona parte delle incombenze, dalla convegnistica, alle pubblicazioni, alla realizzazione di una rete. Certo, in futuro anche l’amministrazione pubblica sarà chiamata a fare la sua parte, ma per ora il volontariato sta proseguendo idealmente quella mobilitazione iniziata con le olimpiadi invernali.”

“La città della Mole potrà contare sul sostegno dei territori limitrofi e transfrontalieri?”

“Si è recentemente riscoperta l’Euroregione ligure-piemontese-savoiarda-provenzale, si è stretta un’intesa operativa con Lione, anche Corsica e Sardegna sono aperte a nuove collaborazioni. Restano i nodi politici e le controversie attorno alla Tav, asse dell’Euroregione, non aiutano. Ma le sfide sorgono per essere superate. Per questo restiamo ottimisti.”

Appuntamento, dunque, al 9 maggio ’19, con una Torino imbandierata di stelle europee.

 

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